Questo straordinario frutto rappresenta una delle eccellenze del territorio della Liguria di ponente.
La sua storia è antica; si narra infatti che a diffondere le coltivazioni di questo olivo furono, tra la fine del 1600 e i primi del 1700 i monaci benedettini che s’insediarono nell’allora piccolo borgo di Taggia, da cui, ancor oggi, questo frutto prende il nome. Grazie all’arte dell’innesto, i monaci furono capaci d’impiantare nell’olivo autoctono delle marze portate dalle loro coltivazioni di Cassano, dando così vita ad una nuova varietà: l’oliva taggiasca.
Oggi l’area di coltivazione di questa pianta spazia da Albenga al Principato di Monaco, penetrando nell’entroterra d’Imperia fino ad una altitudine di 700 metri. Le caratteristiche climatiche delle valli di ponente unite alle particolari caratteristiche geomorfologiche del territorio, hanno permesso a questo frutto di assumere quelle caratteristiche che lo hanno reso di gran pregio.
Le olive taggiasche hanno una polpa dal sapore delicato che si sposa con il sapore salato e leggermente amaro della buccia, per un gusto unico ed inimitabile.
Si distinguono facilmente dalle altre olive per dimensione e, a seguire, il colore del frutto e la tipologia della buccia. L’oliva taggiasca, a differenza dell’albero su cui cresce, che può raggiungere i 15 metri d’altezza, è molto piccola, di colore scuro, quasi nero, ed una buccia grinzosa. Questo aspetto, all’apparenza poco invitante, nasconde caratteristiche uniche ed inconfondibili, dedicate solo a chi è alla ricerca di sapori tipici. Il gusto delicato della polpa, tipico dell’olio extravergine d’oliva ligure, si sposa con il sapore salato e leggermente amaro della buccia, conferendo a questo frutto un gusto unico ed inimitabile.
Il valore di questo prodotto è legato anche alla sua produzione; da un ettaro di uliveto coltivato a taggiasche si ricavano circa venti quintali di olive contro una media di ottanta quintali delle altre qualità.
Altra caratteristica tipica è il metodo di raccolta, denominato “bacchiatura”; i rami d’ulivo sono percossi con un bacchio (lungo e grosso bastone, simile ad una pertica) che fa sì che i frutti cadano su ampie stuoie di rete, precedentemente stese a terra. Una volta raccolte, mondate e misurate, le olive taggiasche sono travasate in sacchi di iuta e trasferite ai frantoi. In tutte queste fasi di lavorazione, è la mano dell’uomo l’unico strumento impiegato. Giunti al frantoio, i frutti hanno una resa di circa il 24%, non male considerando la dimensione di queste olive.
Grazie alle frangitura delle Olive Taggiasche in purezza si dà vita all’olio extra vergine Dop della riviera ligure mono cultivar in purezza che esalta ancor più le già eccelse qualità dell’oliva stessa.